“Una discriminazione”. Così l’Ugl di Catania bolla l’esclusione degli impiegati di Poste italiane che operano nella provincia etnea di usufruire della trasformazione del contratto di lavoro da part time a full time.
“Contrariamente ai colleghi delle province di Agrigento, di Palermo, di Messina e di Trapani – dice il segretario provinciale della Federazione Ugl Comunicazioni, Simone Summa – dove numerosi lavoratori potranno ambire alla trasformazione del contratto di lavoro da part time a full time, in provincia di Catania è esclusa questa possibilità”.
“Il part-time in Italia –continua Summa – è stato concepito inizialmente per facilitare la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata e coinvolge ad oggi circa 4 milioni di lavoratori. Tale orario ridotto, se volontario, consente ai lavoratori di gestire meglio la vita familiare, questo senza nessuna costrizione a dover rinunciare lo stipendio per intero, che risulta, per ovvie ragioni, ridotto. Situazione diversa invece quando l’orario part time non è volontario ma imposto dalla società”.
“Infatti – afferma Summa – con una situazione economica al limite e un potere di acquisto quasi dimezzato, come organizzazione sindacale abbiamo raccolto il grido di rabbia e le lamentele dei colleghi lavoratori della provincia etnea ai quali è stata negata l’opportunità di una trasformazione del contratto di lavoro da part time a full time”.
“Rimaniamo ottimisti –continua Summa – e ci auguriamo che nei primi mesi dell’anno, grazie anche all’implementazione della rete corriere, ci sia la possibilità di consentire ai dipendenti esclusi a novembre di usufruire di pari diritti e pari dignità rispetto ai più fortunati delle altre province siciliane. Ci faremo portavoce presso la nostra Segreteria Nazionale affinché si possa raggiungere un giusto equilibrio numerico tra le varie province della regione, portando stabilità e serenità a tutti quei colleghi che stanno giustamente reclamando”.
“Un’altra problematica – sottolinea – Summa è quella legata agli uffici postali: i lavoratori di sportello sono costretti ad effettuare ore di straordinario e continui distacchi per sopperire alle carenza di personale dovute in gran parte ai colleghi che hanno lasciato l’azienda, sia con esodo incentivato volontario sia per il raggiungimento del limite massimo di età, quindi pensionamento”.
“Vi sono inoltre – aggiunge il sindacalista – molti lavoratori del recapito che hanno superato le selezioni per essere promossi agli sportelli, ma il numero di questa categoria, nonostante la disponibilità di personale, rimane basso”.
Redazione
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