“La gestione dei rifiuti rappresenta una delle sfide ambientali più rilevanti per la Regione Siciliana, caratterizzata da una storica dipendenza dalle discariche e da un sistema impiantistico non adeguatamente sviluppato. In questo contesto, la realizzazione di due termovalorizzatori nei comuni di Palermo e Catania si inserisce come un’azione strategica volta a modernizzare il ciclo dei rifiuti, garantendo una riduzione significativa del conferimento in discarica e un efficiente recupero energetico”.
Così il presidente della Regione Siciliana e commissario per la gestione dei rifiuti in Sicilia, Renato Schifani, nella audizione, in videoconferenza, alla seduta della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate al sistema dei rifiuti in Sicilia, parlando della realizzazione dei due termovalorizzatori nell’isola.
“Il cronopronogramma – ha proseguito il governatore – relativo alla realizzazione dei due impianti prevede la consegna e l’inizio dei lavori di costruzione entro la fine del 2026”. Le due strutture saranno “finanziate nel limite complessivo di 800 milioni di euro nell’ambito dell’accordo coesione Fsc 2021-2027, sottoscritto con il presidente del consiglio ed approvato dal Cipess” e verranno realizzate garantendo una “capacità di trattamento di 300.000 tonnellate l’anno di scarti”, la potenza elettrica installata “sarà di 25 megawatt”.
La struttura di Palermo sorgerà a Bellolampo “già sede di un impianto di trattamento meccanico-biologico” e quella di Catania, invece, all’interno della zona industriale di Pantano D’Arci “area strategicamente collegata alle principali reti infrastrutturali per la gestione ottimale del bacino di rifiuti della Sicilia Orientale”.
I due termovalorizzatori” costituiscono gli elementi chiave per raggiungere l’obiettivo di ridurre drasticamente la percentuale di rifiuti destinati alle discariche, come richiesto dalla direttiva europea che prevede un limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica entro il 2035″, ha concluso Schifani.
Nel corso della stessa audizione – secondo quanto scrive l’Ansa – Schifani ha dichiarato: “Il settore della raccolta, trasporto, gestione, recupero e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in Sicilia, a partire da quello delle discariche, ha manifestato, e per taluni aspetti manifesta ancora, profili di rilevante infiltrazione alla criminalità organizzata. Le influenze della criminalità nel settore e le inerzie verso la modernizzazione del sistema dei rifiuti in Sicilia sono alla base delle molte carenze e dei ritardi che siamo costretti ad affrontare e risolvere”.
“La Sicilia – prosegue Schifani – è purtroppo la seconda regione in Italia per numero di illeciti penali nel ciclo dei rifiuti”.
“Ben due società operanti nel settore – ha proseguito – sottoposte a misure di prevenzione antimafia (è di pochi mesi fa la pronuncia di confisca da parte del Tribunale di Catania), che facevano capo allo stesso gruppo imprenditoriale, hanno intrapreso un contenzioso giudiziario contro la struttura commissariale per ottenere l’annullamento (accompagnato dalla domanda di sospensione) dell’ordinanza che approva il piano rifiuti. Ciò a dimostrare che, al di là della piena regolarità dei ricorsi avallati dai custodi giudiziari a tutela dei valori patrimoniali delle aziende confiscate, il settore sia soggetto a forte inquinamento dalla criminalità mafiosa”.
Nella foto: una città siciliana sommersa dai rifiuti (immagine di repertorio)
Ansa
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