L’ex presidente del Consiglio comunale di Zafferana Etnea, Salvatore Sapuppo, vince il primo round nei confronti dei consiglieri che lo scorso 24 luglio lo hanno sfiduciato dalla sua carica grazie alla decisione del Tribunale amministrativo regionale di Catania (Tar) che – in seguito al ricorso con istanza cautelare che lui stesso aveva presentato – oggi ha sospeso la delibera del Consiglio comunale. Vengono così create le condizioni affinché Sapuppo possa essere reintegrato alla presidenza del Civico consesso. Si attende adesso l’udienza sul merito, fissata per il prossimo 8 febbraio, quando il Tar sarà chiamato ad esprimersi definitivamente su questa vicenda. Secondo Sapuppo l’udienza di febbraio sarà una pura formalità, una sorta di ratifica della decisione presa, dato che, come afferma lui stesso, “da lunedì riprenderò possesso di una carica che mi è stata tolta ingiustamente. Questo risultato ristabilisce certe ingiustizie commesse ai miei danni. Sono contento”.
Se dal lato di Sapuppo si brinda (ricordiamo che con lui sono passati tre consiglieri comunali che prima sostenevano il sindaco Alfio Russo), dalla parte del primo cittadino gli umori non sembrano dei migliori. Il sindaco “prende atto” della decisione del Tar, ma usa parole di fuoco nei confronti del presidente del Consiglio comunale. Attraverso un comunicato stampa vengono usati termini come “scelta meschina”, “tornaconti personali”, “assenza di credibilità personale” “poltronite”, ecc.
Ma vediamo cosa dice la nota dell’Amministrazione comunale: “Tutto il gruppo di ‘Zafferana in Comune’, che costituisce la maggioranza di governo dell’Ente Comunale – si legge – era consapevole, quando ha votato la sfiducia, che il Sapuppo quasi certamente sarebbe stato reintegrato nelle sue funzioni”.
Malgrado questo “ha ritenuto indispensabile prendere le distanze da chi ha calpestato i più elementari principi di correttezza e rispetto della parola data, auto-dichiarandosi pubblicamente privo di dignità, a procedere al suo avvicendamento, come previsto e concordato sin dall’inizio del mandato amministrativo”.
E poi: “La decisione di allontanarlo dall’amministrazione attiva di Zafferana costituiva, dunque, una precisa volontà discendente da ben nove consiglieri comunali che hanno voluto esprimere, con la massima evidenza, la distanza siderale che li distingue dal Sapuppo, il quale ha ripudiato il progetto di crescita e sviluppo sposato anni addietro insieme agli altri esponenti del gruppo consiliare di maggioranza”.
Ancora: “Una scelta tanto infelice quanto meschina che è ragionevole pensare sia stata dettata da meri tornaconti personali e mal di poltronite”.
Fin qui il comunicato dell’Amministrazione comunale, accompagnato dalla seguente dichiarazione del sindaco: “Desidero rassicurare la cittadinanza di Zafferana Etnea che, nonostante l’odierno ostacolo alla migliore amministrazione, rappresentato dal reintegro alla funzione di Presidente del Consiglio Comunale di Salvatore Sapuppo, sfiduciato per assenza di credibilità personale, proseguiremo con ancor più energia ed autorevolezza nell’ambizioso progetto di crescita e sviluppo presentato a suo tempo dal gruppo di ‘Zafferana in Comune’ che in questi anni ha già raggiunto notevoli traguardi in svariati settori, frutto del lavoro quotidiano ed incessante profuso con spirito di abnegazione dal sottoscritto, dai componenti della Giunta comunale, dagli uffici preposti e dai consiglieri di maggioranza, come evincibile dalle attestazioni pressoché unanimi ricevute a livello regionale e nazionale, nel superiore interesse della collettività zafferanese”.
Quindi la stoccata finale: “Anche se il Sapuppo è stato reintegrato, pur nel pieno rispetto della decisione del Tar, sottolineo che le nostre strade si sono ormai definitivamente separate”.
Raggiunto telefonicamente da noi, Sapuppo dice che svolgerà il suo ruolo “di presidente super partes che il 24 luglio non mi è stato riconosciuto da nove consiglieri, ma che eserciterò meglio di prima a garanzia dei cittadini”.
Sul contenuto del comunicato dell’Amministrazione e del sindaco il presidente dice: “Come al solito il sindaco e l’Amministrazione cercano di denigrarmi, descrivendomi come uno che crea ostacoli. Sono parole che lasciano il tempo che trovano. Adesso dobbiamo pensare al futuro. E in futuro voglio lavorare per portare i cittadini ad interessarsi della vita amministrativa. Su una cosa sono d’accordo col primo cittadino: le nostre strade si sono definitivamente separate”.
Rosalba Mazza
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