Con la cerimonia di premiazione svoltasi nella Sala Convegni Morgana dell’Esperia Palace Hotel di Zafferana, si chiude Quarantottesima edizione del Premio Letterario Brancati, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Zafferana. Il Premio nacque nel 1965 per volontà dell’allora sindaco Alfio Coco per onorare la memoria di Vitaliano Brancati che amava soggiornare a Zafferana (soprattutto nei peridi estivi) dove traeva ispirazione per buona parte della sua produzione letteraria.
Mauro Covacich autore de “La città interiore” per la sezione narrativa (edizioni La Nave di Teseo); Pietro Bartolo e Lidia Tilotta per la saggistica con “Lacrime di sale” (Mondadori); Maria Attanasio con “Blu della Cancellazione” (La Vita Felice) per la poesia; e Giulia Caminito con “La grande A” (Giunti) per la sezione giovani sono i vincitori dell’edizione di quest’anno.
Il prestigioso Premio Letterario che chiude le manifestazioni del “settembre culturale” a Zafferana è l’occasione per valorizzare il centro pedemontano nell’ottica del programma dell’amministrazione guidata dal sindaco Alfio Russo, rivolta alla promozione del territorio in tutti i periodi dell’anno.
“Il Premio Brancati – afferma il primo cittadino – è un importante evento culturale che appartiene al patrimonio non solo di Zafferana ma di tutta la Sicilia”.
“La città interiore” di Mauro Covacich, per la sezione narrativa, parla di famiglia, di grandi scrittori e personaggi dimenticati attraverso un romanzo-documentario sullo sfondo della città di Trieste. Una rilettura emozionale di un pezzo di storia contemporanea: la storia di una popolazione costretta con prepotenza all’esilio. Un genere del tutto originale a metà tra romanzo, saggio, memoriale familiare e biografia in cui si ritrova la vita dello stesso autore attraverso i ricordi e le immagini del suo vissuto. Nelle pagine del suo libro, l’autore ripercorre le vicende della sua famiglia, il ricordo di figure altrettanto epiche come quella della nonna o del padre, l’attualità attraverso gli occhi della madre o della sorella Sara. L’emozione degli spettatori è visibile quando Jacopo Cavallaro legge alcuni passi del suo libro.
E restando sul piano emozionale, la testimonianza di Pietro Bartolo e Lidia Tilotta autori del saggio “Lacrime di sale” che parla della storia quotidiana del medico Pietro Bartolo, lo stesso autore, che da oltre venticinque anni accoglie i migranti a Lampedusa, non lascia indifferente il numeroso pubblico in sala rendendo lucidi molti occhi. “Lacrime di sale” è un pugno nello stomaco che narra di cose che nessun articolo di giornale o immagine televisiva potrà mai narrare. Il senso di impotenza di quest’uomo, la sua rabbia, i suoi smarrimenti sono così autentici da diventare quasi palpabili. Molti di questi migranti arrivano morti, stipati nelle stive dei barboni. Al medico Pietro Bartolo spetta la triste procedura dell’esame autoptico e della constatazione del decesso di cui vanta un triste primato. A Pietro Bartolo si è ispirato Gianfranco Rosi con il film “Fuocoammare”. L’idea è stata che queste storie non rimanessero al largo di un porto qualsiasi ma fossero impresse nel porto sicuro della memoria. Alla testimonianza autentica di quest’uomo, seguono applausi scroscianti e sentiti.
Infine spazio alla poetessa di Caltagirone Maria Attanasio, vincitrice per la sezione poesia con “Blu della cancellazione” e a Giulia Caminito vincitrice della sezione giovane con “La grande A”. Dove “A” sta per Africa raccontata attraverso i racconti della nonna e delle tante testimonianza raccolte dall’autrice e pazientemente sbobinate, che hanno ispirato la sua opera.
L’intrattenimento musicale che fa da intermezzo fra un dialogo e l’altro è affidato all’Orchestra a Plettro della Città di Taormina che regala momenti particolarmente graditi agli spettatori che ricambiano con applausi e richiesta di bis.
Rosalba Mazza
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