Dopo secoli di silenzio, finalmente il vice sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali di Belpasso (tutti insieme appassionatamente maggioranza e opposizione) si svegliano, fanno un manifesto, e dal loro pulpito dicono un NO secco alla cultura dell’omertà che da sempre contraddistingue questo paese.
Bene bravi bis, verrebbe da dire. Troppo bello per essere vero. Peccato che questo NO arriva quando un sindaco si dimette per candidarsi alle elezioni regionali. Un’ammissione indiretta che quando il gatto non c’è i topi ballano? Una dimostrazione che in campagna elettorale tutto fa brodo per avere un po’ di visibilità? Un segnale che c’è gente che brama per occupare lo spazio lasciato dal padre padrone? Ma no, tutte illazioni, tutte cattiverie per mettere in cattiva luce una classe politica che ha dato dimostrazione di amare Belpasso, e di portarla ai massimo livelli.
Ora, scherzi a parte, se un manifesto del genere fosse stato scritto da quattro ragazzini mai impegnati in politica, sarebbe stato un buon manifesto. Ma che venga scritto da amministratori che ci fanno la paternale su argomenti seri, quando per anni non hanno visto, né sentito, né soprattutto parlato, francamente è cosa che merita una presa di posizione.
Il manifesto fa riferimento al Malpassoto, ma ormai il Malpassoto è morto, e in fin dei conti, molti degli estensori del manifesto erano dei bambini quando questi organizzava gli squadroni della morte, quindi non si può dire loro “dove eravate” quando Pippo Pulvirenti uccideva?
Certo, ma addebitare furbescamente i problemi della Sicilia – come si evince dal manifesto – soltanto alla mafia che spara o che fa le estorsioni, fa comodo a chi crede di lavarsi la coscienza dagli atti di omertà politica che ha commesso in tutti questi anni.
Dove sono stati gli uni quando a Roma c’erano i vari Berlusconi, Dell’Utri e Cosentino, e alla Regione i Cuffaro e i Lombardo, referenti politici che con la mafia ci hanno convissuto per anni? E dove sono stati gli altri quando a Palermo il loro partito ha “inciuciato” con il peggio della politica siciliana? Dove sono stati gli uni mentre il territorio di Belpasso è stato saccheggiato dal loro padre padrone? E dove sono stati gli altri quando lo stesso territorio è stato devastato dalle loro delibere (ricordate contrada “Grammena”, o l’avete dimenticato?)? Forse erano impegnati a scrivere questo bellissimo manifesto sull’omertà, e magari non si saranno accorti di nulla.
E allora, se non si sono accorti di nulla, hanno il dovere, per le prossime elezioni, di togliere il disturbo: pochi sentiranno la loro mancanza.
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