“In un solo giorno sono morti in Sicilia, l’altro ieri, tre operai, di cui due in una struttura pubblica. Siamo arrivati a 40 nel solo 2017. Le responsabilità delle istituzioni sono evidenti e gravissime”.
Questa la denuncia di Mimmo Cosentino, segretario regionale di Rifondazione comunista, che definisce “omicidi” le morti sul lavoro. “Omicidi per mano statale o regionale”, prosegue. “Le strutture amministrative di controllo – seguita la denuncia- , prive di risorse, perfino della carta per stampare, non sono in grado di funzionare per contrastare e prevenire le morti bianche”.
“Si muore per sfruttamento mafioso e si muore per complicità istituzionale con le illegalità e con l’accumulazione di profitti illeciti” , dice Cosentino.
“In Sicilia – prosegue – , il lavoro, dove c’è, è in gran parte nero e/o irregolare”. Perché? “Mancano e diminuiscono sempre più i controlli sulla sicurezza, sulle regolarità contributive e retributive, sulla salute dei lavoratori. L’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro anche in Sicilia, purtroppo rinviata colpevolmente a decreti ministeriali o assessoriali di là da venire, potrebbe fornire l’occasione per un allineamento a standard qualitativi e quantitativi di vigilanza sul mercato del lavoro, verificabili dalle parti sociali. Ma ancora si tarda, ancora si muore”.
Per questo Rifondazione comunista – si legge nella nota – formula la sua proposta in quattro punti: 1) L’emanazione immediata dei decreti assessoriali regionali per l’operatività del nuovo servizio ispettivo in Sicilia; 2) Lo stretto coordinamento degli Ispettori del Lavoro con i servizi ispettivi di Inail e Inps (anche ai fini della formazione professionale, e per la garanzia e l’efficacia delle ispezioni fuori sede), con la dovuta disponibilità delle risorse finanziarie per il funzionamento dei servizi e il raggiungimento degli obiettivi di contrasto; 3)Il coordinamento degli Ispettori del lavoro con i servizi ispettivi di ARPA e Asp/USL; 3) L’attuazione delle linee guida di programmazione 2017 da perseguire e rispettare, con particolare riferimento alla lotta al caporalato e all’abuso dei voucher”.
Barbara Contrafatto
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