Perché noi, noi che vogliamo bene a questo Paese, noi che vogliamo cambiarlo, noi che vogliamo vivere in un’Italia pulita, noi, proprio noi, non cominciamo a fare qualcosa di concreto per voltare pagina? Cosa?

Non votiamo per i voltagabbana e per i disonesti. Non votiamo per quei personaggi che – mentre il vecchio carro perde pezzi – saltano sul carro del vincitore per garantirsi una carriera politica, uno stipendio da nababbi, un privilegio.

Non votiamo per quelli che – attraverso la politica – si sono arricchiti, quelli che hanno sperperato i soldi pubblici per consulenze inadeguate, per cose assolutamente inutili, quelli che hanno devastato i nostri comuni e i nostri territori.

Questa gente non va assolutamente votata.

“Io non vi dico per chi votare, ma vi dico di votare per le persone oneste”, diceva Giuseppe Fava.

Quante ne vediamo, in quei mega manifesti, di persone che non hanno rispetto per gli elettori, con quei sorrisi falsi, quegli slogan sull’onestà, sul lavoro, sul rinnovamento che hanno solo lo scopo di ingannarci ancora una volta?

Quanti ne vediamo di questi personaggi, che fino a qualche tempo fa erano ritratti con un simbolo, ed oggi sono ritratti col simbolo opposto?

Non è la morale contro tutto e contro tutti che nei momenti di crisi riesce più efficace perché la gente è stanca. È un invito ad osservare e a riflettere. A riflettere, certo, perché un conto è passare da un partito all’altro di una coalizione nella quale i valori sono comuni, un altro è passare alla coalizione opposta nella quale trovi principi del tutto differenti.

Un conto è passare – per parlare del centrosinistra – da Rifondazione comunista ai Comunisti italiani o a Sel, al Pd o ai Verdi, o al limite anche all’Idv. Un conto – per parlare del centrodestra – è passare da Forza Italia ad An, o all’Udc o a Fli, o a Grande Sud o all’Mpa.

Un altro è passare dall’Idv a Forza Italia (o viceversa), da Sel all’Mpa (o viceversa), o dall’Mpa al Pd (o viceversa). Chi lo fa – e lo fanno in tanti – è una persona che dimostra di non avere valori, è un opportunista, e non è degno di occupare una carica istituzionale, perché quella persona è matematicamente certo che non farà mai gli interessi del Bene Comune, ma i propri.

Eppure in questa Italia dove ormai non si prova vergogna per niente, il cambio di casacca è una pratica consolidata. Il salto spudorato sul carro del vincitore è il segnale più evidente di un tornacontismo praticato sotto la luce del sole, di un comportamento tutto sommato normale che possiamo seguire tutti. Un messaggio devastante che i partiti non hanno scrupoli di mandare ai cittadini, perché loro ormai sono sopra tutto e sopra tutti, loro mentre l’Italia si impoverisce possono continuare a rubare i soldi pubblici come se niente fosse.

L’unica cosa che resta da fare è questa: ribellarsi con l’arma democratica del voto. “Io non vi dico per chi votare, ma vi dico di votare per le persone oneste”.