“Sono profondamente deluso dalle dimissioni dei nove consiglieri di Zafferana Etnea. Non c’era motivo di arrivare ad un gesto così clamoroso che ha comportato la decadenza dell’intero consiglio. Anziché confrontarsi, discutere e continuare ad amministrare hanno preferito scappare via”.
Questo il commento del presidente del Consiglio comunale di Zafferana dopo avere appreso la notizia delle dimissioni di nove consiglieri su tredici che, con il loro gesto, hanno causato la decadenza del civico consesso . Un vero e proprio terremoto politico quello che ha scosso nel tardo pomeriggio di ieri il comune ai piedi dell’Etna, dove i componenti del gruppo “Zafferana in comune”, che sostiene il sindaco Alfio Russo, si sono dimessi in modo “irrevocabile”, fatto di cui abbiamo fatto un resoconto ai lettori con un articolo pubblicato in serata, nel quale sono stati riportati integralmente i comunicati dei consiglieri dimissionari e del primo cittadino.
“Non è questo il modo di fare politica per il bene del paese – prosegue Sapuppo – se a questo si antepongono le vendette e i personalismi. Non dimentichiamo che in nove costituivano la maggioranza, ed avrebbero potuto continuare ad amministrare fino alla fine del mandato. Ci sarebbe stata sì un’opposizione da parte dei quattro consiglieri di ‘Zafferana che vogliAmo’. Ma ciò sarebbe stato normale ed è quello che accade in ogni democrazia in cui da un lato c’è una maggioranza e dall’altro un’opposizione”.
Questo il commento a caldo del presidente del Consiglio comunale, che di questa vicenda è certamente il protagonista.
Come si ricorderà, nelle scorse elezioni amministrative (2014), la lista del sindaco – “Zafferana in comune” – si è presentata da sola, dato che la lista del potenziale avversario Alfio Barbagallo era stata esclusa per irregolarità al momento della presentazione.
Alfio Russo aveva vinto le elezioni con una maggioranza bulgara di quindici consiglieri su quindici. Nessuna opposizione in consiglio, nessun dissenso. Due nuovi consiglieri si erano dimessi per assumere l’incarico di assessori, e nel civico consesso erano rimasti in tredici.
Fino a quando, nel luglio scorso, una maggioranza di nove consiglieri sfiducia il presidente del Consiglio comunale Salvatore Sapuppo, reo di non essersi dimesso dopo due anni e mezzo, come programmato dagli accordi pre elettorali, che prevedevano anche una rotazione degli assessori.
Ma è proprio sulla sfiducia al presidente che il gruppo di “Zafferana in comune” (che ad inizio legislatura sembrava granitico) si sfalda, dato che quattro (Giuseppe Privitera, Alfio Nicotra, Angela Di Bella e lo stesso Sapuppo) votano contro la mozione e si piazzano all’opposizione. Non si tratta di una scossa di assestamento – come pensava qualcuno – ma l’inizio di un terremoto politico che, come abbiamo visto, avrebbe avuto conseguenze ben più clamorose.
Sapuppo presenta ricorso al Tar e viene reintegrato al suo posto. Una decisione che né il sindaco, né i suoi consiglieri riescono a mandar giù.
Ieri la decisione delle “dimissioni irrevocabili”, che causano la decadenza dell’intero Consiglio (che verrà sostituito da un Commissario), ma non del sindaco e degli assessori, che rimarranno al loro posto fino alla scadenza del mandato (2019).
Adesso la parola passa all’assessorato regionale agli Enti Locali per la nomina del commissario.
Rosalba Mazza
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