Dunque Carlo Caputo – come anticipato da alcuni organi di informazione – è il favorito alla poltrona di presidente del Parco dell’Etna. Non sappiamo se quella carica la occuperà davvero, dato che ancora si tratta di ipotesi, ma di una cosa siamo certi: l’attuale sindaco di Belpasso non lascerà la politica. O attraverso una carica elettiva o attraverso una nomina, lui sarà sempre lì, nel “giro”, e non crediamo che ne uscirà, almeno fino a quando al governo della Regione ci sarà Musumeci, del cui movimento, “Diventerà bellissima”, fa parte il neo deputato regionale Giuseppe Zitelli, che di Caputo era stato l’”inamovibile” vice sindaco, al contrario degli altri componenti della giunta, che dopo diciotto mesi dovevano sloggiare per far posto ad altri, come nelle migliori tradizioni della Prima Repubblica, che Caputo ovviamente dice di non conoscere perché lui è “giovane”.
Ma possiamo stare tranquilli: il giovin Caputo saprà cavarsela lo stesso: ormai ha sviluppato una capacità di adattamento talmente forte alle intemperie (politiche) più rigide che possiamo star sicuri che, anche se ci sarà da cambiare casacca, o carro, o simbolo, lui lo farà. Come è successo non molto tempo fa quando, con tanto di annuncio e foto su fb, ha aderito alla tanto vituperata “sinistra” dei Dem di Enzo Bianco, di cui fino al giorno prima aveva detto peste e corna. Proprio lui, ex Fronte della gioventù, che aveva collaudato l’“approdo sicuro” sul carro democristiano rivestito del tricolore forzitalioto dell’attuale deputato regionale Alfio Papale (da oltre trent’anni deus ex machina della politica belpassese), abbellito dallo stemma “autonomista” dell’ex governatore Lombardo e dell’ex assessore regionale Lino Leanza.
Adesso l’approdo sicuro si chiama “Diventerà bellissima”. E bisogna registrare che dopo l’elezione di Zitelli alla Regione (4 novembre), nel giro di soli tre mesi sono successe due cose che hanno scombussolato gli equilibri politici di Belpasso: l’annuncio di Caputo di non ricandidarsi a sindaco e la notizia della possibile presidenza al Parco dell’Etna. Quindi – sempre se è fondata quest’ultima ipotesi – Caputo potrebbe passare da un posto di “governo” a un posto di “sottogoverno”, cioè da una carica elettiva a una carica nominativa: fatto alquanto singolare, di solito succede al contrario. Il posto di sottogoverno viene assicurato a chi perde le elezioni, a chi deve essere posteggiato da qualche parte per non disperderne i voti. Che, sommati a quelli dell’altro, e poi dell’altro, e poi dell’altro trombato, sono migliaia e migliaia conservati nel frigo del sottogoverno e delle partecipate.
Caputo però è uno che le elezioni le ha sempre vinte, sia come consigliere comunale, sia (nel 2013) come sindaco. E adesso (2018) si apprestava a rivincerle. Cosa lo abbia indotto a cambiare programma è un mistero. Certo, sarebbe stato bello se ci avesse dato l’onore di un’intervista – anche con domande scritte e risposte scritte, tanto per non perdere l’abitudine della Primissima Repubblica – ma alle nostre reiterate richieste, lui ha sempre contrapposto un secco NO: a L’Informazione (e soprattutto al sottoscritto) non rilascia dichiarazioni. Sarebbe bello chiedergli perché all’improvviso ha deciso di rinunciare ad un probabilissimo secondo mandato, perché all’improvviso ha deciso di rinunciare “al sogno” di cambiare la sua città, perché all’improvviso ha ritenuto di interrompere il “grande amore” per Belpasso, così come sarebbe stato bello se avesse risposto alle tante domande sui misteri che caratterizzano ancora la sua esperienza di sindaco. Ma lui preferisce il monologo, magari riempendo di balle il bollettino del Comune.
Certo, i sogni e gli amori possono cambiare, ma dobbiamo confessare la nostra ingenuità quando abbiamo creduto al sogno e all’amore eterno che il sindaco declamava a ogni pie’ sospinto. Ora bisogna adattarsi ai tempi nuovi e soprattutto bisogna modificare linguaggio: il “sogno e l’amore” per Belpasso diventeranno il “sogno e l’amore” per l’Etna (qualora Caputo dovesse diventare il massimo rappresentante del Parco) e comunque possiamo scommetterci che quest’altra “missione” sarà portata avanti con lo “spirito di servizio” di sempre e “in continuità” con l’“esperienza amministrativa che con coerenza abbiamo portato avanti”.
A Belpasso intanto sono in corso le grandi manovre per ricomporre gli equilibri politici dentro il centrodestra. Si parla di scontri duri, durissimi, fra giovani-scalpitanti, meno-giovani-arrembanti e vecchi-marpioni-intriganti, con riunioni notturne organizzate da strateghi-impenitenti. Tutti a parlar di sogni e di amore per la propria città e per le giovani generazioni. Come no… Auguri.
Luciano Mirone
Lascia un commento...