La maggioranza del Consiglio comunale di Belpasso non scongiura il rischio di cementificare contrada Gattaino. Tredicimila metri quadrati di un’area tra le più belle e incontaminate del territorio – che il sindaco Carlo Caputo si era impegnato a trasformare in Parco delle Torrette – saranno riservati ai condomini. Dalla proposta di variante – già approvata dalla Regione siciliana dopo i pareri favorevoli della Sovrintendenza, del Genio civile e di tutti gli altri organi preposti – è stata depennata solo una struttura commerciale, il resto, al di là delle buone intenzioni del civico consesso, è stato confermato.
È il risultato del Consiglio comunale di due sere fa, convocato in extremis dal presidente Salvo Licandri alla vigilia del 25 aprile – termine ultimo della legislatura da dedicare alle sedute ordinarie – ma saltato per mancanza del numero legale e proseguito il 26 con gli stessi punti all’ordine del giorno, fra cui questo.
Sostanzialmente il risultato è questo, formalmente no, perché il voto del Consiglio comunale si presta ad interpretazioni diverse. Un bizantinismo burocratico mette in risalto l’anima pirandelliana di una politica sull’orlo di una crisi di nervi. Il bizantinismo è una “variante” a un Piano di lottizzazione presentato dalla società “Le Torrette” e approvato nel 2011 dal Consiglio comunale, che prevede la costruzione di 32 appartamenti in quell’area. Successivamente la società chiede di cambiare il progetto. Non al Comune di Belpasso, ma alla Regione Sicilia. La legge lo consente e “Le Torrette srl” la applica “scrupolosamente”. Il nuovo elaborato – probabilmente per la scarsa richiesta abitativa che si registra nel centro abitato – prevede la riduzione del numero degli appartamenti (da 32 a 22), con l’inserimento di una struttura commerciale che appesantisce un territorio strapieno di centri del genere.
Dopo un rapido iter, Palermo esprime parere favorevole, ma senza la Valutazione ambientale strategica (Vas), un parere che dovrebbe essere rilasciato dai funzionari dell’assessorato all’Ambiente i quali, attraverso uno studio del territorio, valutano se esistono o meno le condizioni adatte per accordare il nulla osta definitivo, specie in presenza – come in questo caso – di un vincolo paesaggistico, di lave preistoriche, di percorsi naturalistici molto suggestivi, di preziose testimonianze della civiltà contadina come terrazzamenti, torrette e antichi manufatti. Un vuoto, quello della mancanza della Vas, che suscita non pochi dubbi soprattutto fra i componenti del comitato di cittadini che da alcuni anni si propone di salvare contrada Gattaino. Un vuoto, viene detto, che avrebbe potuto costituire un valido motivo per la presentazione di un ricorso. Ma su questo dovrebbero esprimersi i tecnici e i giuristi del Comune.
Solo alla fine di questo iter la parola viene data al Consiglio comunale di Belpasso che adesso – con i “pesanti” visti rilasciati – può fare ben poco per cambiare la sostanza delle cose. Dieci consiglieri della maggioranza bocciano la variante (con i 3 dell’area del deputato regionale di Forza Italia, Alfio Papale, che si astengono): ma abbattuto un muro, se ne ritrovano un altro: quel Piano di lottizzazione del 2011 troppo insormontabile e consolidato per essere demolito dopo sette anni, a maggior ragione se una discussione così importante viene portata in Consiglio comunale nell’ultimo giorno utile.
E pensare – fanno rilevare all’interno del comitato Gattaino – che avevamo chiesto la convocazione di una seduta consiliare “aperta” per instaurare un dibattito fra cittadini e consiglieri in modo da trovare una soluzione. Niente da fare. Ecco perché l’apparenza di una bocciatura non salva affatto la sostanza di un “sacco” annunciato. Un “sacco” che si preannuncia pesante per la possibile cementificazione – come detto – di altre due ampie superfici per le quali il procedimento burocratico sta andando avanti speditamente con il silenzio assordante di tutti.
Sui rischi di una futura cementificazione di questo bellissimo polmone verde è stata L’Informazione a dare notizia attraverso quattro inchieste uscite il 21 e il 25 febbraio, l’1 e il 18 marzo scorsi, ma da allora né il sindaco (stranamente assente nel corso della seduta di due sere fa), né la giunta, né il Consiglio comunale, né la sinistra, né i deputati regionali Giuseppe Zitelli (“Diventerà bellissima”), Alfio Papale (“Forza Italia) e Gianina Ciancio (M5S) hanno preso posizione. Solo il giornale online Sciarablog, dopo cinque anni di silenzio, ha proposto un “tavolo” fra soggetti “rappresentativi” (fra cui l’autore di questo articolo, cosa della quale ringraziamo la testata) per trovare una soluzione ai guasti prodotti.
Purtroppo, cari amici di Sciarablog, temiamo che sia troppo tardi. Si sarebbe potuto fare molto se avessimo avuto un sindaco più responsabile e meno arrogante, il quale, invece di perder tempo sui social ad insultare chi non gli va a genio, avrebbe potuto agire con più umiltà e maggiore spirito costruttivo quando, alcuni anni fa, abbiamo parlato del gravissimo errore che aveva commesso nel revocare la revisione del Piano regolatore generale (Prg) ad un grande urbanista come Leonardo Urbani – vincitore di un bando pubblico indetto dal commissario regionale nel 2012 – per darlo all’ufficio tecnico comunale. Dopo sei anni, malgrado i bravi professionisti che vi operano, quell’ufficio non è riuscito a redigerlo, come era stato ampiamente previsto.
Ma i dubbi sull’operato del primo cittadino non sono pochi: Caputo conosceva il Piano di lottizzazione del 2011, dato che a quell’epoca era vice sindaco di Papale? Conosceva la successiva proposta presentata alla Regione dalla società “La Torretta srl”? Se non ne era al corrente, perché non lo ha denunciato pubblicamente quando lo ha saputo? Ma se ne era informato – come crediamo – perché ha tenuto la vicenda sotto silenzio? Perché – quando avrebbe potuto cercare di scongiurare il pericolo – non ha innescato un dibattito con la città? Perché non si è opposto? Perché non ha parlato ai cittadini degli altri due piani di lottizzazione che interessano quelle aree? Perché ha promesso il Parco delle Torrette? Sono domande che abbiamo rivolto allo stesso sindaco a febbraio e a marzo, ma purtroppo non abbiamo ottenuto risposte. Anzi una risposta c’è stata. La solita: “Con L’Informazione non parlo”. Formidabile.
Al candidato dell’area caputiana del centrodestra, Daniele Motta, abbiamo rivolto un’altra domanda: “Su contrada Gattaino e sulla cementificazione del territorio cosa intende fare?”. Silenzio anche da lui. Ed è un silenzio che non lascia ben sperare. Analogo quesito poniamo ora al candidato dell’ala papaliana della stessa coalizione, Gregorio Guzzetta, a quello del Pd Nunzio Distefano, e a quella del M5S Anna Valenti.
Luciano Mirone
Fino a quando continueremo ad usare il piano regolatore, le varianti, i frazionamenti e le concessioni ad esso inerenti come uno strumento di politica di ricatto o riscatto non ci si caverà un ragno dal buco e resteremo intrappolati in un ordito tessuto dalle precedenti amministrazioni al solo scopo di perseguire i propri interessi personali. Solo attribuendo al piano regolatore generale la sua legittima natura e cioè una serie di regole urbanistiche che disciplinano l’attività edificatoria all’interno di un territorio comunale, potremo vivere ordinatamente ed in armonia. Solo considerando preminente l’interesse della collettività sottoforma di tutela del patrimonio storico, artistico,culturale ed edificatorio potremo liberarci dalle attività manipolatorie e speculative poste in essere per troppi anni e che hanno portato solo distruzione e disperazione. Purtroppo il problema non si presenta solo in località gattaino; ci sono realtà urbane che aspettano ancora una regolamentaIone nonostante l’imposizione degli oneri di urbanizzazione. Venendo alla domanda specifica posso rispondere che il M5S è un movimento di idee organizzato sulla base di principi di politica verde, intendendo per tali la giustizia sociale, il ricorso alla democrazia diretta e la promozione ambientalista. Quello che il M5S può fare, in merito alla questione, è cercare di ripristinare, ove sia ancora possibile, l’equilibrio tra uomo e natura, la crescita e lo sviluppo ordinato della collettività avvalendosi, in particolar modo, dalle istanze mosse dagli stessi cittadini.