Un flashmob sotto forma di cordone umano per dire “no al tentativo di cementificazione del porto di San Vito lo Capo”. La mobilitazione – organizzata da cittadine e cittadini sanvitesi – si svolgerà mercoledì 6 giugno alle 10 presso la villetta di via Faro per ribadire – davanti ai candidati alla carica di sindaco e di consiglieri comunali– il rifiuto ad un progetto che ritengono dannoso per l’economia, per l’ambiente e per il futuro del loro paese.
“Sarà una grande festa di tutti – si legge nella nota diramata oggi, giornata dell’Ambiente – , senza paternità politica, senza strumentalizzazione alcuna, dove il cittadino e l’ospite sanvitese chiederanno ai candidati l’impegno affinché tale mostruosità non si realizzi”.
Quindi un appello: “Abbiamo bisogno di fare foto, riprese video con i primi piani dei partecipanti, riprese video con il drone, e anche i selfie”. Insomma, di tutto e di più. Ma soprattutto, specifica il comunicato, “abbiamo bisogno di voi”. Sia come partecipanti, sia come diffusori di questo messaggio “in tutto il mondo”. Perché San Vito lo Capo – tengono a sottolineare gli organizzatori – come Taormina, come Cefalù, come Capri, come le Cinque Terre, non appartiene solo agli abitanti del paese, ma a tutto il pianeta: per il suo mare cristallino, per la sua natura incontaminata, per le sue bellezze naturali che si estendono all’intero l’hinterland. Un equilibrio eco-sistemico che da un paio di decenni porta i turisti di tutta Europa a trascorrere le vacanze in questo lembo estremo della Sicilia occidentale. Turisti desiderosi di vedere una delle poche testimonianze di archeologia marina come la vecchia tonnara ma allo stesso tempo la mandria di buoi che pascola sotto la montagna, il pescatore che rammenda le reti al molo vecchio e la tartaruga marina “caretta caretta” nel Golfo di Cofano (nei giorni scorsi un magnifico esemplare è stato salvato da un amo da pesca dal sub Ino Grimaudo, portato al villaggio El Bahira dove è stato soccorso dal tecnico del camping Giorgio Borsellino e da Giuseppe Corona di Zero barriere, e poi rituffato in mare).
Ecco perché il progetto di ampliare il porto turistico e di fare di San Vito lo Capo una seconda Dubai – secondo quanto scrivono all’unisono il sindaco Matteo Rizzo, i componenti della giunta, i consiglieri comunali e oltre duemila cittadini che hanno aderito alla petizione – non piace. C’è, secondo loro, un problema di compatibilità fra la progettata mega struttura e la cultura dello sviluppo sostenibile ormai radicata nell’animo dei sanvitesi: il mantenimento di certi equilibri che, se venissero intaccati, rischierebbero di compromettere anni di battaglie per la difesa dell’ambiente.
La struttura turistica che si vorrebbe realizzare – a loro parere – è troppo invasiva per un luogo delicato come questo: “I centri commerciali, i negozi, i centri massaggi non fanno parte del nostro Dna, quindi non li vogliamo”. Mercoledì il “cordone umano” fatto anche di sorrisi.
Luciano Mirone
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