Il Taormina Film Festival si farà. Il Tar di Catania giudica “inammissibile” il ricorso di due associazioni romane, secondo le quali il bando stilato dalla Fondazione Taormina Arte sarebbe stato illegittimo e la società Videobank – unica partecipante alla gara – non avrebbe avuto i requisiti per allestire una manifestazione prestigiosa come quella taorminese.
Ma siccome quando si parla del Taormina Film Festival le sorprese sono sempre dietro l’angolo, forse è il caso di aspettare almeno oggi, quando nella “Perla dello Jonio” verrà aperta la busta con l’offerta dell’unica azienda partecipante alla gara: appunto Videobank.
Come si ricorderà il 2 maggio scorso la Fondazione Taormina Arte ha indetto un Avviso pubblico “di sponsorizzazione per la progettazione, l’organizzazione, la gestione e la promozione” dell’edizione 2018 del Taormina Film Festival.
Nella sede della Fondazione arriva una sola proposta: quella della società belpassese, azienda leader nel mondo per la produzione di video e di programmi ad alta specializzazione. A diffondere questa notizia – quando ancora la stessa doveva essere tenuta riservata – è il quotidiano messinese la Gazzetta del Sud. Con tempismo perfetto, qualche ora dopo, l’”Associazione Codici di Cultura” e l’”Associazione – Centro per il diritti del cittadino” di Roma presentano un circostanziato ricorso di 22 pagine al Tribunale amministrativo di Catania per ottenere l’annullamento della procedura selettiva e del suo esito, al solo dichiarato scopo – si legge nella sentenza del Tar – “di garantire l’interesse generale ed una elevata ‘qualità del Festival medesimo”.
Sette i punti di “criticità” elencati dalle associazioni capitoline. Fra questi, i tempi strettissimi per organizzare l’evento, “l’inibizione alla partecipazione di soggetti che si trovino in conflitto di interesse”; la “specifica professionalità nel settore artistico e nella organizzazione di eventi”, la prevista possibilità del rinnovo del contratto di organizzazione – così come previsto dal bando – anche per l’anno prossimo; la mancata previsione di una seduta pubblica di apertura delle buste aperta a tutti i soggetti partecipanti; la mancanza dei requisiti da parte di Videobank per allestire manifestazioni di questo tipo.
Sette argomenti che il Tar ha ritenuto infondati, spiegandolo nella sentenza. Innanzitutto perché si rileva che “le ricorrenti (le associazioni romane, ndr.) non hanno mai dichiarato di aver presentato domanda, o di voler partecipare alla procedura selettiva in esame, rendendosi pertanto estranee a tale procedimento”. Ne consegue – prosegue il Tribunale amministrativo – che, “non vantando alcun interesse proprio, connesso ad una possibile veste di ‘operatore del settore’, esse sono prive di legittimazione ad impugnare gli atti della procedura selettiva in contestazione”.
Non solo. Secondo i giudici, “in nessuna parte del ricorso viene esplicitato che le associazioni siano titolari e garanti di interessi ‘altrui”, né “viene esplicitata (al di là della stringata indicazione contenuta nell’epigrafe, nella quale si descrivono i soggetti ricorrenti) la loro ipotetica connotazione quali enti rappresentativi di interessi collettivi”.
In poche parole, secondo il Tar, tali associazioni non hanno i requisiti per presentare ricorso. Che pertanto viene dichiarato “inammissibile”. Oggi ne sapremo di più. A questo punto – salvo sorprese, che a Taormina sono di casa – l’edizione 2018 del Festival del Cinema dovrebbe essere realizzata da Videobank.
Luciano Mirone
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