Il sindaco di Belpasso Carlo Caputo giura che nel processo innescato da una denuncia del suo concittadino Salvo Fiore nei confronti di 27 componenti del racket dell’usura e delle estorsioni, non ci siano gli elementi per una costituzione di parte civile del Comune di Belpasso al processo in corso a Catania. E per dimostrare la sua tesi – non supportata però da alcuna fonte giuridica – scrive: “Qualunque reato posto in essere da privati in danno di privati può arrecare danno all’immagine della città solo nel caso in cui lo stesso reato vi è stato perpetrato”.
Abbiamo consultato l’avvocato Enzo Guarnera, legale dell’imprenditore denunciante, nonché personaggio da tanti anni impegnato nella lotta alla mafia e al malaffare, per mettere a confronto le due tesi e per approfondire l’argomento.
In queste prime righe, dunque, Caputo premette che “il danno” non sarebbe stato commesso nella sua città. E poi prosegue: “Perché sia riconosciuta la legittimazione del Comune a costituirsi parte civile, occorre che vi sia un nesso tra gli specifici fatti reato ed un danno concretamente configurabile”. In parole povere, non solo, secondo lui, i fatti non si sarebbero verificati a Belpasso, ma deve esistere “un nesso” tra questi ed un danno perpetrato al Comune.
Quindi scrive: “E’ riconosciuta la legittimazione attiva alla costituzione di parte civile di un ente pubblico locale ‘solo qualora il reato abbia leso in modo diretto una specifica situazione giuridica soggettiva dell’ente’, distinta e separata dalle generali finalità dell’ente stesso; in altri termini, l’ente dovrebbe poter vantare un interesse proprio e differenziato direttamente danneggiato dal reato, che legittimerebbe la proposizione di autonoma azione civile”.
E poi ancora: “Né dai capi di imputazione, né dagli atti in possesso del Comune di Belpasso risulta che i fatti contestati agli imputati siano stati commessi nel nostro territorio, né risulta che nel Comune di Belpasso l’associazione a delinquere di cui al procedimento… si sia insediata ed abbia operato attività usuraria”.
Avvocato Guarnera, che giudizio dà alle parole del sindaco di Belpasso?
“Alcuni soggetti che hanno commesso usura ed estorsione nei confronti di Fiore, vivono e sono residenti a Belpasso, Fiore vive ed è residente a Belpasso. Alcuni episodi di usura ed estorsione sono stati consumati nel territorio di Belpasso: dagli atti processuali questa circostanza risulta assolutamente evidente, anzi posso aggiungere che gli episodi per i quali, nello stesso processo, si sono costituiti parte civile i Comuni di Camporotondo, di Sant’Agata li Battiati e di Catania, sono assolutamente minori rispetto agli elementi che vi sono per quanto riguarda i reati nel territorio di Belpasso”.
Perché un Comune si costituisce parte civile?
“Perché intende dare si sé un’immagine assolutamente trasparente e assolutamente visibile sul piano del contrasto a tutte le forme di illegalità che si consumano in quel territorio. Questo è il motivo per il quale la legge consente ai Comuni di costituirsi parte civile. Ci sono numerosissime sentenze, non solo di merito, ma anche di Cassazione che stabiliscono la ‘ratio’ della costituzione di parte civile di un Comune. Purtroppo Belpasso ha perso un’occasione, omettendo di costituirsi parte civile nei confronti di soggetti che sono cittadini di Belpasso, e che hanno commesso gravi reati anche nel territorio di Belpasso. L’Amministrazione comunale avrebbe potuto dare un segnale importante sul versante della legalità. Questo purtroppo è mancato”.
Che chiave di lettura dà a questo gesto?
“Se ne possono dare diverse, ma preferisco astenermi. Una cosa però voglio dirla: all’inizio della fase processuale, un funzionario del Comune di Belpasso mi ha chiamato per conto del sindaco, per dirmi che c’era un’ipotesi di costituzione di parte civile, e per chiedermi se ero disponibile ad assistere il Comune. Dissi di sì, in quanto vi erano tutte le condizioni giuridiche. Il funzionario mi rispose che si sarebbe consultato con gli organi politico-amministrativi e che mi avrebbe fatto sapere. Non si sono fatti più sentire. Quindi dalla mia voce un funzionario del Comune ha avuto l’assicurazione che sul piano tecnico-giuridico vi erano le condizioni per la costituzione di parte civile”.
Qual è, in base alle sue conoscenze, la situazione della criminalità organizzata a Belpasso?
“Finita l’era di Giuseppe Pulvirenti, detto ‘’u Mapassotu’, la criminalità organizzata non è finita, anzi si è riorganizzata, controlla il territorio, sono riprese le estorsioni in grande stile, vi sono soggetti nuovi e vecchi che sono tornati in campo. Un sindaco o un’Amministrazione comunale dovrebbero avere il polso della situazione. Basta informarsi con le Forze dell’ordine e con la magistratura”.
La costituzione di parte civile rappresenta un segnale nei confronti di una classe imprenditoriale che in futuro volesse denunciare?
“Assolutamente sì. Il Comune dovrebbe fare da ‘facilitatore’ delle denunce dei cittadini perbene. La scelta di stare dalla parte della legalità non deve essere messa in discussione da parte di chi rappresenta la collettività”.
La costituzione di parte civile è solo una scelta etica, o anche una scelta economica?
“Entrambe, perché l’etica fa crescere l’economia. Un Comune rappresenta gli interessi dei cittadini”.
Perché è importante l’intransigenza?
“Perché in questo Paese l’etica è venuta meno in diversi settori della classe politica, della classe imprenditoriale, della classe burocratica. E allora bisogna invertire la tendenza. Questo si fa con gesti concreti, non a parole”.
Chi è Salvo Fiore?
“Ho avuto modo di apprezzare il suo coraggio nel denunciare il racket dopo tanti anni di soprusi e di angherie, con una precisione estrema, senza tralasciare nulla. Ho avuto modo anche di valutare il suo passato, assolutamente cristallino. Tra gli anni Ottanta e Novanta, come detto, a Belpasso comandava il gruppo del ‘Malpassoto’, il quale successivamente ha collaborato con la giustizia, come hanno fatto diversi appartenenti al suo gruppo, diversi dei quali in passato sono stati assistiti da me: nessuno di queste persone ha mai parlato di Salvo Fiore come di un soggetto avvicinato, avvicinabile o comunque disponibile. Dico questo perché i pentiti hanno fatto i nomi di diversi imprenditori che facevano favori al gruppo del Malpassoto e ne curavano gli interessi. Mai è stato fatto il nome di Fiore. Sia la Squadra mobile di Catania, che ha raccolto le sue denunce contro i criminali, sia la Procura della Repubblica di Catania, che ha valorizzato le sue dichiarazioni, sono assolutamente certi che Salvo Fiore sia una persona perbene. La collaborazione che ha fornito come testimone di giustizia è importante e di rilevante interesse”.
Caro Luciano Mirone, come vedi ho sempre ragione questa è una amministrazione di poco carattere, perchè ? …………………………………………….., Lascio a te l’onore di trarne giornalisticamente i commenti.