A Catania ci sono palazzine dove si spaccia la droga e contemporaneamente si collega l’elettricità degli alloggi alla rete pubblica. Questo per capire il livello di legalità e di indigenza di una città dove sedici nuclei familiari di via Mulini a Vento – tanto per citare uno dei tanti esempi – , del tutto indifferenti all’operazione antidroga che l’altro giorno i carabinieri hanno eseguito nella stessa palazzina, da tempo sono allacciati alla rete elettrica pubblica come se si trattasse di un fatto assolutamente normale.
La via Mulini a Vento torna dunque alla ribalta per quest’altro episodio che, più che essere definito di cronaca nera, offre lo spaccato di una città allo sbando che comunque alla fine riesce a sopravvivere.
E così ieri i carabinieri della Stazione di piazza Dante, memori di quanto segnalato dai colleghi durante l’esecuzione del blitz antidroga dell’altro giorno, avvalendosi della collaborazione dei tecnici dell’Enel, accedendo nell’edificio, hanno riscontrato come l’intero palazzo, abitato da 16 nuclei familiari in altrettanti alloggi, era stato collegato alla rete elettrica pubblica.
I militari hanno accertato come l’energia “a costo zero” avesse invogliato molti dei condòmini a dotare i garage di celle frigorifere per la conservazione di generi alimentari, soprattutto prodotti ittici.
Tutti i responsabili sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria per furto aggravato, mentre i tecnici dell’ente erogante hanno provveduto a ripristinare i collegamenti originari dei misuratori elettronici.
Barbara Contrafatto
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