E siamo a ventinove. L’Expo del pistacchio di Bronte – una delle sagre delle eccellenze siciliane – si appresta a festeggiare il 29° compleanno nello splendido scenario del centro storico, a cominciare da domani, venerdì 28 settembre, quando, alle 18 in viale Catania, è previsto il taglio del nastro di inaugurazione ufficiale della manifestazione. Per continuare sabato 29 e domenica 30 settembre, e poi, nel successivo week end (da venerdì 5 a domenica 7 ottobre) per trascorrere “una festa che – per dirla col sindaco Graziano Calanna – per sei giorni porta a Bronte centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo” .
Due settimane caratterizzate dal sapore del delizioso frutto che “solo Bronte può offrire, a prescindere dalla concorrenza”, come viene detto nel corso della conferenza stampa coordinata dal giornalista Enzo Guidotto e svoltasi presso la pinacoteca “Nunzio Sciavarrello”, dove sono esposti i bellissimi quadri del pittore brontese.
“Una concorrenza – dice il presidente del Consiglio comunale Nino Galati – “che si fa agguerrita, ma che deve indurci a fare sempre meglio”. Un evento unico al mondo, come unico è il frutto, da alcuni anni certificato dal marchio Dop (Di Origine Protetta).
Un programma molto articolato, che vedrà sfilare sbandieratori, majorette, la fanfara dei bersaglieri dell’Etna, complessi bandistici come il “San Biagio Città di Bronte”, carretti siciliani; e poi mostre, estemporanee di pittura, presentazioni di libri, spettacoli di burattini, di gruppi folkloristici, di danza; gare di tiro, trofei di volley, Expo in vetrina, e soprattutto la degustazione delle pietanze tipiche al pistacchio (dai primi ai secondi piatti, dai liquori ai dolci ai gelati alle granite alle creme). “Abbiamo aperto la città a tutti, perché Bronte è innanzitutto una città della cultura – seguita il sindaco – . Per l’Expo abbiamo coinvolto la pinacoteca, piazza San Vito (nel 1861 teatro dei famosi ‘Fatti di Bronte’: la fucilazione ordinata dal generale garibaldino Nino Bixio contro cinque contadini colpevoli di ‘sedizione’, ndr.), il bellissimo Castello di Nelson con le visite guidate, e i nostri dintorni suggestivi che offrono l’Etna come scenario naturale”.
Per questa ventinovesima edizione – viatico per la trentesima che si preannuncia scoppiettante – si sono fatte le cose in grande: basti vedere i numerosi sponsor presenti alla manifestazione, fra cui famosissime aziende nazionali, ma anche ditte locali che si stanno proiettando in Italia e all’estero. “Pur lavorando in una situazione di grandi ristrettezze economiche – afferma l’assessore alle Attività produttive Giuseppe Di Mulo – , a tempo di record abbiamo organizzato un evento che, senza falsa modestia, credo si possa definire di ottimo livello: abbiamo coinvolto grandi maestri della pasticceria e dell’enogastronomia locale, e i maestri cioccolatai di Perugia e di Modica. Vorrei ringraziare i dipendenti comunali che si sono spesi per l’occasione”.
“Una Dop unica al mondo – spiega Biagio Fallico, professore dell’Università di Catania – fra le centinaia di Dop esistenti nel nostro Paese e le 66 presenti in Sicilia. Una ricchezza e una garanzia, perché certifica il prodotto ed evita le infiltrazioni di pistacchio non brontese spacciato come tale. Va sfatato un luogo comune: il pistacchio di Bronte non è un prodotto di nicchia, ma un prodotto costoso, in quanto unico e di elevata qualità”.
Qualche cifra può rendere l’idea: “Su 3mila 300 ettari di terreni coltivati a pistacchio in Sicilia – prosegue il docente universitario – 2mila 900 si trovano a Bronte, per una produzione che oscilla dai 28 ai 30mila quintali ogni due anni (la raccolta, come da tradizione, avviene negli anni dispari, ndr.). Il guadagno complessivo si attesta sui 15-18 milioni di Euro. Il pistacchio, dunque, tramontata l’era della pastorizia, rappresenta il nuovo volano per la città: si è migliorata la situazione economica, ma non ci si è arricchiti. Per perfezionare questa economia non bisogna ripetere l’errore dei nostri genitori e bisogna quindi investire nelle aziende”.
Una sagra che vedrà la presenza di ragazzi e bambini grazie al coinvolgimento delle scuole. È l’impegno assunto dall’assessore comunale alla Pubblica istruzione Ketty Liuzzo: “Bisogna avvicinare – spiega – le nuove generazioni alle tradizioni, alla cultura e alla storia per non perdere il prezioso patrimonio di valori ereditato dai nostri Padri. L’Expo è anche questo”.
Luciano Mirone
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